Il bilancio del 2024 sui temi degli appalti pubblici e della gestione del PNRR restituisce un quadro critico, che merita attenzione e interventi urgenti. Nonostante l’ingente quantità di risorse messe a disposizione attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in diversi settori la spesa effettiva ha superato di poco il 30%, rallentando gli obiettivi di modernizzazione, crescita e sviluppo sostenibile.
Un elemento particolarmente preoccupante è l’abnorme ricorso agli affidamenti diretti: nel 2024 ben il 98% degli acquisti di servizi e forniture è avvenuto senza gara, in gran parte con importi tra i 135.000 e i 140.000 euro. Una soglia che si colloca appena sotto il limite di legge e che ha registrato un’impennata rispetto al 2021, quando questi affidamenti erano circa un terzo. Questo fenomeno solleva interrogativi sull’effettiva apertura del mercato e, soprattutto, espone gli amministratori onesti a pressioni indebite, poiché sotto quella soglia l’obbligo di gara viene meno, lasciando maggiore margine a discrezionalità che possono sfociare in pratiche opache.
Parallelamente, si è registrata una diminuzione del 38,9% negli appalti di lavori pubblici e un utilizzo sempre più frequente del frazionamento artificioso dei contratti, con il chiaro intento di eludere le soglie che impongono trasparenza e pubblicità. Si tratta di pratiche che, oltre a generare sprechi, aprono la strada a possibili infiltrazioni criminali e mafiose, mettendo a rischio l’integrità del sistema.
Il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha voluto denunciare con forza anche altri aspetti critici dell’attuale scenario normativo e amministrativo. Ha segnalato l’insufficienza delle norme in materia di conflitti di interesse, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e l’indebolimento delle garanzie relative all’inconferibilità degli incarichi. Questi elementi, uniti all’assenza di una regolamentazione organica delle attività di lobbying, stanno compromettendo l’indipendenza dell’azione pubblica.
Preoccupa inoltre la mancata introduzione dell’obbligo, da parte delle imprese, di dichiarare il titolare effettivo nelle gare. Questa lacuna impedisce di identificare chi realmente controlla una società, ostacolando la lotta contro la corruzione e le distorsioni della concorrenza. Il mancato adeguamento delle soglie previste dal Codice dei contratti rappresenta un ulteriore ostacolo alla competitività e alla trasparenza.
Anche la sicurezza sul lavoro resta un fronte dolente. Nel 2024 sono state rilevate 1.448 annotazioni per violazioni in materia di sicurezza, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e addirittura dell’87% rispetto al 2022. I subappalti a cascata rappresentano una delle principali aree di rischio, dove più frequentemente si riscontrano incidenti, talvolta mortali.
Sul tema della parità di genere, nonostante le intenzioni dichiarate dal PNRR, i numeri dimostrano che siamo ancora molto lontani dagli obiettivi. Le clausole specifiche per promuovere la parità sono presenti in meno del 2% delle procedure. A pesare sono non solo le eccezioni normative, ma anche la mancanza di un vero cambiamento culturale e organizzativo all’interno delle amministrazioni e delle imprese.
La sanità è un altro settore chiave. Il Presidente ANAC ha ribadito la necessità di valorizzare le competenze interne attraverso concorsi meritocratici, riducendo la dipendenza da fornitori esterni che spesso offrono macchinari a prezzi scontati legati però a costi di manutenzione molto elevati, che si trasformano in vincoli contrattuali onerosi e di lunga durata.
Infine, l’intelligenza artificiale: una risorsa che può trasformare la pubblica amministrazione, ma che oggi rischia di diventare un’arma a doppio taglio. Mancano le competenze per governarla in modo consapevole, e questo apre la strada a una pericolosa delega delle decisioni pubbliche a soggetti privati. L’ANAC richiama l’attenzione sulla necessità di garantire la cosiddetta “trasparenza algoritmica”, un principio fondamentale per assicurare comprensibilità, equità e responsabilità nell’uso di tecnologie che incidono direttamente su cittadini e imprese.
In conclusione, il quadro che emerge dal 2024 è quello di un sistema che fatica a evolversi nella direzione della legalità e della concorrenza, con troppe zone grigie, norme deboli e controlli ancora insufficienti. La sfida ora è quella di rafforzare gli strumenti di prevenzione, restituendo alla pubblica amministrazione la sua piena credibilità e capacità di servizio al Paese.
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